A seguito di numerose richieste da parte di nostri iscritti, incerti se sfruttare l’ultima finestra della Quota 100 prevista per il 2021, vogliamo riportare gli ultimi
aggiornamenti sulla situazione relativa alle probabili innovazioni in campo pensionistico. Cercheremo di sintetizzare le proposte che saranno sul tavolo delle
riunioni del Ministero del Lavoro con i sindacati del 9 e del 16 settembre che riguarderanno: la prima, la proroga di Ape Social e Opzione Donna, la
seconda, questioni previdenziali generali. Al di là delle modifiche proponibili e auspicabili entro la fine dell’anno in corso, va ricordato che dall’1.01.2021 gli
importi pensionistici, causa la modifica dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il biennio 2021/2022, comporteranno un lieve ribasso degli importi pensionistici futuri. Ape sociale e Opzione Donna Si è orientati verso una proroga per entrambe le forme di pensionamento,
assicurando una continuità con gli ultimi anni in attesa di una vera riforma delle pensioni. 5 Ape Sociale consente ad alcune categorie di lavoratori (disoccupati, invalidi al 74%, soggetti che assistono e convivono con persone affette da handicap grave, lavoratori impegnati in mansioni gravose, ecc.) di chiedere il pensionamento con 63 anni di età e con 30 o 36 anni di contribuzione secondo la tipologia di lavoratori. Si chiede di prorogarla per il 2021. Opzione Donna è una forma di pensione anticipata riservata alle sole donne che entro il 31.12.2019 abbiano maturato 35 anni di contribuzione e un’età
anagrafica pari o superiore a 58 anni, se lavoratrici dipendenti, o 59 anni se lavoratrici autonome. Si chiede di prorogare il raggiungimento dei requisiti al 31.12.2020. Quota 100 Si propone di mantenerla permettendo una flessibilità in uscita con un’età anagrafica di 62 o 63 anni associata ad un'anzianità contributiva minima di 38 anni. Anzianità che in caso di ristrutturazioni aziendali potrebbe essere portata a 36 anni.
Si propone di prorogarla in attesa che sia possibile approvare una riforma basata su “Quota 41” con regole certe e uguali per tutti i lavoratori. Ipotesi 62 anni Possibilità di pensionamento al raggiungimento dei 62 anni di età con un requisito contributivo più basso dei 38 anni previsti per Quota 100. L’assegno previdenziale subirebbe un taglio annuo di circa il 3%. Pertanto, pensionandosi a 62 anni si avrebbe un taglio massimo del 15%.
Le proposte sopra ipotizzate si rendono necessarie per evitare il ritorno alla legge Fornero che prevede per la pensione di vecchiaia il raggiungimento dei 67 anni di età e per la pensione anticipata una contribuzione di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.