Secondo le ultime notizie trapelate dal Sole 24 Ore e Italia Oggi, il personale docente e ATA, il cui pensionamento è legato al termine dell’anno scolastico, è posto in una posizione di svantaggio rispetto agli altri dipendenti pubblici e privati. L’avvio di “quota 100” e la proroga di “opzione donna”, di cui con esattezza non si conoscono i requisiti definitivi, prevedono che coloro che hanno maturato i requisiti entro il 31/12 possano presentare domanda entro il 31.03.2019 e andare in pensione a settembre 2019. Coloro che invece matureranno i requisiti dopo tale data, e che avranno il diritto riconosciuto dopo l'1 settembre, potranno accedere alla pensione da settembre 2020. Si è palesata la possibilità per gli insegnanti, nel caso di pensionamento un anno dopo, di essere spostati su servizio amministrativo per consentire alla scuola la sostituzione in classe e la continuità didattica. Per coloro che usufruiranno del pensionamento con quota 100 è previsto il divieto di cumulo della pensione con altri redditi da lavoro. Il divieto ha un tetto di 5mila euro e vale per gli anni di anticipo pensionistico utilizzati e si azzererà al raggiungimento dei 67 anni. La tempistica del pagamento della buonuscita per il personale della scuola, che cessa dal servizio anticipatamente per raggiunti limiti di servizio (pensione anticipata), viene attualmente liquidata dopo due anni dal pensionamento e anche a rate: in un unico importo se pari o inferiore a 50.000 euro; in due importi annui se l’ammontare è compreso tra 50.000 e 100.000 euro; in tre importi annuali se superiore a 100.000. Tra le tante ipotesi emerse in questi giorni al fine di incentivare il pensionamento anticipato con quota 100 (62 anni di età e 38 di contribuzione), c'è la possibilità per il personale scolastico che opti per tale ipotesi di pensionamento di usufruire anticipatamente di una quota dell’indennità di buonuscita mediante un prestito bancario a costo zero per l’interessato. Restiamo, speranzosi, in attesa del testo definitivo.